08.07 — 24.08.2019
OPERE DALLA COLLEZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO A PALAZZO BISCARI


16.07 — 18.08.2018
Gian Maria Tosatti “Il mio cuore è vuoto come uno specchio"

08.07 — 24.08.2019
WORKS FROM THE SANDRETTO RE REBAUDENGO COLLECTION AT PALAZZO BISCARI


16.07 — 18.08.2018
Gian Maria Tosatti “My heart is a void. The void is a mirror"

UNFOLD(CT)
UNFOLD(CT)
Gian Maria Tosatti — Il mio cuore è vuoto come uno specchio (Testo)

Per la prima volta nella sua storia, Palazzo Biscari, una delle più importanti residenze barocche della Sicilia, apre le sue porte all’arte contemporanea. Dal 15 luglio al 18 agosto 2018, il palazzo ha ospitato l’installazione site specific dell’artista Gian Maria Tosatti intitolata “Il mio cuore è vuoto come uno specchio – episodio di Catania”, a cura di Adele Ghirri, Ludovico Pratesi e Pietro Scammacca.
     “Il mio cuore è vuoto come uno specchio – episodio di Catania”, costituisce il primo capitolo di un progetto che porterà l’artista in un lungo pellegrinaggio attraverso l’Europa tra le macerie della Storia moderna che allunga ancora le sue ombre sul presente, e i germogli di un tempo nuovo, forse una Nuova Storia. Tosatti, nel suo cammino, si pone come testimone di fronte ad uno dei più profondi passaggi di civiltà che l’occidente abbia registrato, teso fra la spinta verso un futuro di totale trasformazione – profetizzata da autori come Pier Paolo Pasolini – e l’opposizione di vecchie strutture come gli statinazione, il capitalismo, il colonialismo, che nella loro resistenza mostrano il loro volto più sinistro.
     L’intervento che prende corpo in questo palazzo settecentesco sì dà come una sorta di prologo dell’intero progetto, dando vita ad uno spazio visionario e crudele che occuperà lo scalone centrale, i tre grandi saloni d’ingresso e il monumentale Salone delle Feste. L’opera di Tosatti si propone come un viaggio che il visitatore affronterà individualmente: una sorta di percorso solitario il cui inizio coincide con l’ingresso in un nuovo monumentale romanzo visivo. Attraverso una narrazione ispirata dall’architettura dell’edificio, ma ricca di riferimenti a Visconti, Céline e ai suoi diari personali, l’artista orchestra un’esperienza immersiva, per trasformare il palazzo in una rovina contemporanea, logorando il suo genius loci. Con la creazione di un’atmosfera spettrale, in bilico tra presenza e assenza, passato e futuro, Tosatti genera un paradosso temporale che situa il visitatore in una sorta di sepolcro della modernità, un punto di attraversamento tra due epoche radicalmente diverse che può vederci passare o fallire. Il contrasto che prende forma tra le tematiche dell’opera e gli affreschi barocchi richiama la nozione di allegoria come concepita da Walter Benjamin nel suo trattato “Il Dramma Barocco Tedesco” (1925). Per Benjamin, l’allegoria barocca è una forma di espressione che si manifesta durante i passaggi escatologici della Storia, quando il declino e la precarietà di una civilizzazione diventano percepibili.
     “Il mio cuore è vuoto come uno specchio – episodio di Catania”, titolo derivante da “Il Settimo Sigillo” di Ingmar Bergman, si presenta come uno spazio allegorico ed entropico, dove il tempo sembra essere finito, o continuare in una dimensione ulteriore e separata.

Gian Maria Tosatti (Roma, 1980) lavora sull’identità dei luoghi e delle città, che reinterpreta attraverso opere e installazioni di grande suggestione visiva, fondate su strutture concettuali complesse ed articolate.
Nel ciclo di opere Sette Stagioni dello Spirito (2013-2016) l’artista ha ritracciato la struttura narrativa del racconto El Castillo Interior, il libro in cui Santa Teresa d’Avila suddivide l’animo umano in sette stanze, e le ha trasfigurate in altrettante installazioni ambientali disperse per la città di Napoli, ordinandole come i capitoli progressivi di un libro in cui si intrecciano fonti letterarie e filosofiche, riferimenti teologici e storici. L’intervento dell’artista ha permesso di rivitalizzare edifici e interi quartieri abbandonati della città mediterranea. Questo progetto a lungo termine si è concluso con una mostra personale al museo MADRE di Napoli, presentandosi come una raccolta di esperienze, come il diario di una città e dei suoi abitanti. Tosatti ha vinto numerosi premi (Talent Prize, premio Terna, premio New York) e nel 2015 la rivista inglese Art Review lo ha inserito nella classifica “Future Greats” posizionandolo fra i 30 artisti internazionali più interessanti del panorama contemporaneo. Ha esposto il suo lavoro in prestigiose istituzioni come Castel Sant’Elmo (installazione permanente), l’ Hessle Museum (CCS Bard, New York) e la Galleria Nazionale (Roma).

COMUNICATI STAMPA
Intervista con Gian Maria Tosatti
Comunicato stampa della mostra

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Mousse Magazine: "Gian Maria Tosatti"
Il Corriere della Sera: "Catania, il Barocco di Sicilia incontra le macerie d'Europa"
Il Sole 24 Ore: "Nell'Europa sepolta dal sale dell'ignoranza"

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Gian Maria Tosatti — Il mio cuore è vuoto come uno specchio (Testo)

Per la prima volta nella sua storia, Palazzo Biscari, una delle più importanti residenze barocche della Sicilia, apre le sue porte all’arte contemporanea. Dal 15 luglio al 18 agosto 2018, il palazzo ha ospitato l’installazione site specific dell’artista Gian Maria Tosatti intitolata “Il mio cuore è vuoto come uno specchio – episodio di Catania”, a cura di Adele Ghirri, Ludovico Pratesi e Pietro Scammacca.
     “Il mio cuore è vuoto come uno specchio – episodio di Catania”, costituisce il primo capitolo di un progetto che porterà l’artista in un lungo pellegrinaggio attraverso l’Europa tra le macerie della Storia moderna che allunga ancora le sue ombre sul presente, e i germogli di un tempo nuovo, forse una Nuova Storia. Tosatti, nel suo cammino, si pone come testimone di fronte ad uno dei più profondi passaggi di civiltà che l’occidente abbia registrato, teso fra la spinta verso un futuro di totale trasformazione – profetizzata da autori come Pier Paolo Pasolini – e l’opposizione di vecchie strutture come gli statinazione, il capitalismo, il colonialismo, che nella loro resistenza mostrano il loro volto più sinistro.
     L’intervento che prende corpo in questo palazzo settecentesco sì dà come una sorta di prologo dell’intero progetto, dando vita ad uno spazio visionario e crudele che occuperà lo scalone centrale, i tre grandi saloni d’ingresso e il monumentale Salone delle Feste. L’opera di Tosatti si propone come un viaggio che il visitatore affronterà individualmente: una sorta di percorso solitario il cui inizio coincide con l’ingresso in un nuovo monumentale romanzo visivo. Attraverso una narrazione ispirata dall’architettura dell’edificio, ma ricca di riferimenti a Visconti, Céline e ai suoi diari personali, l’artista orchestra un’esperienza immersiva, per trasformare il palazzo in una rovina contemporanea, logorando il suo genius loci. Con la creazione di un’atmosfera spettrale, in bilico tra presenza e assenza, passato e futuro, Tosatti genera un paradosso temporale che situa il visitatore in una sorta di sepolcro della modernità, un punto di attraversamento tra due epoche radicalmente diverse che può vederci passare o fallire. Il contrasto che prende forma tra le tematiche dell’opera e gli affreschi barocchi richiama la nozione di allegoria come concepita da Walter Benjamin nel suo trattato “Il Dramma Barocco Tedesco” (1925). Per Benjamin, l’allegoria barocca è una forma di espressione che si manifesta durante i passaggi escatologici della Storia, quando il declino e la precarietà di una civilizzazione diventano percepibili.
     “Il mio cuore è vuoto come uno specchio – episodio di Catania”, titolo derivante da “Il Settimo Sigillo” di Ingmar Bergman, si presenta come uno spazio allegorico ed entropico, dove il tempo sembra essere finito, o continuare in una dimensione ulteriore e separata.

Gian Maria Tosatti (Roma, 1980) lavora sull’identità dei luoghi e delle città, che reinterpreta attraverso opere e installazioni di grande suggestione visiva, fondate su strutture concettuali complesse ed articolate.
Nel ciclo di opere Sette Stagioni dello Spirito (2013-2016) l’artista ha ritracciato la struttura narrativa del racconto El Castillo Interior, il libro in cui Santa Teresa d’Avila suddivide l’animo umano in sette stanze, e le ha trasfigurate in altrettante installazioni ambientali disperse per la città di Napoli, ordinandole come i capitoli progressivi di un libro in cui si intrecciano fonti letterarie e filosofiche, riferimenti teologici e storici. L’intervento dell’artista ha permesso di rivitalizzare edifici e interi quartieri abbandonati della città mediterranea. Questo progetto a lungo termine si è concluso con una mostra personale al museo MADRE di Napoli, presentandosi come una raccolta di esperienze, come il diario di una città e dei suoi abitanti. Tosatti ha vinto numerosi premi (Talent Prize, premio Terna, premio New York) e nel 2015 la rivista inglese Art Review lo ha inserito nella classifica “Future Greats” posizionandolo fra i 30 artisti internazionali più interessanti del panorama contemporaneo. Ha esposto il suo lavoro in prestigiose istituzioni come Castel Sant’Elmo (installazione permanente), l’ Hessle Museum (CCS Bard, New York) e la Galleria Nazionale (Roma).

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